Bancario e Finanziario, normativa europea Mifid 2 in vigore dal 3 gennaio 2018 taglierà i costi nascosti nei servizi finanziari europei

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Bancario e Finanziario, normativa europea Mifid 2 in vigore dal 3 gennaio 2018 taglierà i costi nascosti nei servizi finanziari europei

La normativa Mifid 2 taglierà i costi nascosti nei servizi finanziari europei, portando finalmente la trasparenza assoluta nel mondo del risparmio. La nuova disciplina  impatterà su imprese finanziarie, consulenti indipendenti e investitori. Rispetto alla versione precedente del Mifid, vengono aggiunte importanti novità nella tutela degli investitori retail, nella definizione dei servizi di consulenza indipendenti e nell’adeguatezza della comunicazione.

Normativa Mifid 2: basta costi nascosti in banca

La normativa Mifid 2 è stata adottata dal Parlamento europeo il 15 aprile 2014. Doveva entrare in vigore già a luglio 2016, poi il 3 gennaio 2017 ma poi la sua applicazione è stata posticipata di un anno fino al 3 gennaio 2018. La normativa prevede di indirizzare le vendite di prodotti finanziari in base al cliente finale. Cosa significa? I prodotti devono essere disegnati e circoscritti in relazione a un target ben preciso per esigenze, disposizione al rischio, capacità e competenze finanziarie. E il canale distributivo deve agire di conseguenza.

Mifid 2 restringe così il campo dei prodotti per i quali è possibile prestare un servizio “execution only” (cioè di mera esecuzione degli ordini), senza valutare l’adeguatezza dell’operazione.

Nella normativa è contenuta una lista di prodotti liberi e di altri più vincolati e le regole diventeranno ancor più stringenti dal 2018.

Competenze e incentivi

Un punto chiave della normativa Mifid 2 riguarda il personale. Le imprese finanziarie devono dimostrare alle autorità di vigilanza di avere personale con competenze adeguate e conoscenza dei prodotti offerti In più, non potranno più essere concessi incentivi e meccanismi di remunerazione che potrebbero spingere gli operatori a raccomandare determinati strumenti finanziari piuttosto che quelli più aderenti alle esigenze dei clienti.

Tutela del cliente

Le autorità di vigilanza nazionali e sovranazionale potranno proibire o limitare la vendita e il collocamento di alcuni strumenti finanziari che potrebbero esporre a rischi eccessivi gli investitori. Per quanto riguarda la comunicazione,  L’impresa che fa da consulente o gestisce il portafoglio non dovrà solo fornire le informazioni corrette ma raccogliere quelle che riguardano i clienti. Si dovrà capire quanto l’investitore conosca il prodotto. Quanto sia disposto a rischiare, quali siano i suoi obiettivi e quanto sarebbe capace di ammortizzare una eventuale perdita.

Costi nascosti

Un altro aspetto molto importante è la trasparenza sui costi. I costi devono essere indicati al cliente (prezzo della consulenza compreso) in modo aggregato: una misura complessiva che rende più immediato e chiaro l’ammontare degli oneri in capo all’investitore (e il loro peso sul rendimento atteso). Quando possibile, questa informazione deve essere aggiornata e comunicata una volta l’anno.

Fonte Business People

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