Industria audiovisiva italiana, Riforma del Tusma, Produttori indipendenti, Valore economico, Analisi dei temi, Proposte di miglioramento delle norme esistenti

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Industria audiovisiva italiana, Riforma del Tusma, Produttori indipendenti, Valore economico, Analisi dei temi, Proposte di miglioramento delle norme esistenti

Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 208. Tusma vigente

Attuazione della direttiva (UE) 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri, concernente il testo unico per la fornitura di servizi di media audiovisivi in considerazione dell’evoluzione delle realtà del mercato.

La voce dell’industria cinematografica e audiovisiva indipendente composta da registi, sceneggiatori, agenti, attori, distributori, esportatori, festival, musicisti, produttori, tecnici chiede di considerare urgentemente le proposte del Settore per attuare le necessarie riforme in tempi rapidi.

9.000 le imprese del settore, la stragrande maggioranza delle quali PMI.

65.000 posti di lavoro diretti, 114.000 nelle filiere connesse.

In Europa è il quarto mercato di riferimento, il terzo per produttività dopo Germania e Francia.

Si tratta di un settore dinamico con elevata occupazione giovanile e femminile e con competenze digitali e linguistiche avanzate, che produce effetti economici e occupazionali importanti e qualificati, con un moltiplicatore industriale stimato in 3,5 (fonte Cassa Depositi e Prestiti).

Le fruizioni di film e audiovisivo sono diventate un potente volano del turismo giovanile e digitale (fonte CeRTA Università Cattolica); Federturismo Confindustria riporta in quasi 600 milioni di euro il valore lasciato sui territori dal cineturismo nazionale e internazionale (fonte Jfc).

Le coproduzioni internazionali sono cresciute ed è in aumento il numero di Paesi coinvolti (+51% nel triennio 2020-2022), mentre il valore dell’export si è moltiplicato per 3 (fonte e Media per ANICA e APA).

La quota Italia al box office 2023 è stata del 24%, seconda in Europa solo a quella della Francia; tutti i Festival internazionali maggiori hanno visto l’aumento nelle selezioni ufficiali del numero di titoli italiani; l’Italia ha visto nominato in cinquina agli Academy Awards un proprio film, ultimo di una lunga serie di candidature che fanno dell’Italia il paese che ha vinto il maggior numero di statuette nella categoria miglior film straniero (14) oltre alle decine di riconoscimenti in altre categorie.

Il settore della produzione indipendente italiana ha svolto da sempre il ruolo cruciale e strategico di incubatore di talenti e luogo di formazione.

I grandi nomi del cinema italiano, riconosciuti in tutto il mondo, sono nati grazie alla produzione indipendente, all’investimento nello sviluppo, nella ricerca, nelle opere prime e seconde, loro quasi esclusivo appannaggio, investimento di cui beneficia tutta l’industria.

Oggi quest’industria si sta fermando.

Il primo trimestre 2024 ha registrato un arresto brusco della produzione cinematografica e audiovisiva, dovuto all’incertezza e al protrarsi del ritardo nell’attuazione delle misure di sostegno pubblico al settore.

Da una situazione di piena occupazione e forte crescita in tutti i segmenti della filiera, siamo oggi di fronte a una vera e propria emergenza con molte produzioni rinviate o cancellate.

Fonte Anica

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