Sdoganamento in mare, semplificazione e velocizzazione del rilascio delle merci nei porti, presente e futuro, vantaggi

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Sdoganamento in mare, semplificazione e velocizzazione del rilascio delle merci nei porti, presente e futuro, vantaggi

Lo sdoganamento in mare aumenta la velocità delle operazioni consentendo a questa modalità operativa attiva da circa due anni di creare altro sviluppo esteso e generalizzato, di migliorare non solo le performance di tutte le componenti di questo ambito lavorativo ma anche gli attuali numeri del 90% dei commerci esterni alla CE effettuati via mare e del 40% dei commerci interni alla UE effettuati via mare.
Il preclearing, ossia la presentazione delle dichiarazioni doganali di importazione in anticipo in relazione all’arrivo della nave consente non solo i controlli di Safety & Security del carico della nave ma anche di anticipare il complesso iter dello sdoganamento delle merci e del relativo pagamento dei diritti doganali.
La procedura introdotta con il Dlgs n. 196/2005 è utilizzata dai maggiori porti italiani ed è stata utilizzata da circa 3500 navi.
Analoga procedura di sdoganamento in volo è in funzione dal 2008 ed è adoperata dagli aeroporti italiani introdotta con i corrieri aerei e Assoaeroporti.
Da aprile è possibile richiedere l’ammissione alla procedura anche se il posto precedente allo sbarco per il quale si attiva la richiesta sia membro dell’UE e se il tempo sia inferiore alle sei ore fra la partenza della nave e l’arrivo a destinazione.
Si pensi agli scali vicini ( es. Genova e La Spezia).
La semplificazione amministrativa generata dalla procedura è rilevante sia nei confronti degli operatori economici per la riduzione dei tempi e la razionalizzazione della filiera operativa attinente allo sdoganamento che genera impulso considerevole al rilancio delle attività commerciali di natura marittima, sia nei confronti delle Autorità incaricate dei controlli e sia, in generale, sul sistema della logistica portuale, e non solo, ma anche della logistica integrata, ossia dell’insieme delle procedure e infrastrutture necessarie per la movimentazione delle merci il cui concetto è stato definito dal Council of logistics management nel 1986 come il processo attraverso il quale programmare, attuare e controllare il flusso delle materie prime, dei semilavorati e dei prodotti finiti e del relativo flusso di informazioni dal luogo di provenienza a quello di consumo per renderlo efficiente e conforme alle esigenze della clientela.
Il traffico fluido aumenta la potenzialità dei porti italiani a vantaggio del sistema logistico del Paese, considerando sul tema anche il ruolo delle c.d. autostrade del mare, vale a dire delle rotte privilegiate per la navigazione costiera esercitata da piccole e medie navi che permettono di trasferire dai tir alla nave la parte più rilevante del traffico compatibile con l’intermodalità marittima.
Non è soltanto una mera semplificazione e velocizzazione del rilascio delle merci nei porti ma è anche produzione di ulteriore ricchezza e sviluppo per il Paese.

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